Il calendario etiope (o etiopico), spiegato in modo semplice

La maggior parte dei Paesi nel mondo adotta comunemente il calendario gregoriano per la notazione del susseguirsi di giorni, mesi e anni.
In alcune nazioni è affiancato da altri sistemi locali: è il caso ad esempio del calendario islamico nei Paesi musulmani, del calendario persiano in Iran e Afghanistan, o ancora del calendario nazionale indiano in India (quest’ultimo con un utilizzo limitato all’amministrazione e alla burocrazia).

In Etiopia esiste un metodo particolare di misurazione del tempo: è il calendario etiope (o etiopico), di tipo solare e basato su una suddivisione dell’anno in 13 mesi, dove i primi 12 hanno una durata di 30 giorni ciascuno, mentre il 13° mese ha solitamente 5 giorni (o 6 negli anni bisestili), per un totale di 365 o 366 giorni.
L’aggiunta di 5-6 giorni intercalari sottolinea la somiglianza con il calendario copto (o “alessandrino”), con il quale condivide anche il giorno di inizio di un nuovo anno.

 

 

Corrispondenze e festività: il Capodanno etiope

L’Enkutatash, il Capodanno etiope, si celebra l’11 settembre (o il 12 settembre nel caso degli anni che precedono i bisestili) e ha uno scarto di circa 7 anni e 113 giorni rispetto al calendario gregoriano a causa di un diverso modo di calcolare la data dell’Annunciazione. A titolo esemplificativo, dunque, le date precedenti all’11 settembre del nostro 2020 d.C. corrispondono al 2012 del calendario etiope, che entra successivamente nel 2013, e così via.

Ci sono divergenze e affinità tra i diversi sistemi internazionali: quello etiope deriva dal calendario egizio, ma come il calendario giuliano aggiunge un giorno in più ogni quattro anni senza eccezioni, per cui l’attuale corrispondenza delle date con il calendario gregoriano vale dal marzo 1900 al febbraio 2100 (nessuno di questi due anni secolari è infatti bisestile nel calendario gregoriano). Il sabato e la domenica sono considerati giorni festivi, ma per ogni mese, e più in generale nell’anno etiope, esistono anche altre ricorrenze religiose e politiche fisse, mentre alcune sono variabili, come la Pasqua .

Questo calendario non è usato solo in Etiopia, ma è anche il riferimento per l’anno liturgico dei cristiani in Eritrea, delle Chiese cattoliche di Rito Orientale, della Chiesa copta e altre comunità religiose cristiane stanziate prevalentemente in Africa, nel Medio Oriente o quelle della diaspora.
Il Natale, ad esempio, si celebra sempre il 7 gennaio e l’Epifania il 19 gennaio, come vuole il tradizionale calendario copto ortodosso.

 

I mesi del calendario etiopico

Riportiamo di seguito la correlazione tra i mesi del calendario etiopico e le date del calendario gregoriano.
Meskerem: dall’11 settembre al 10 ottobre
Tikemt: dall’11 ottobre al 9 novembre
Hedar: dal 10 novembre al 9 dicembre
Tahesas: dal 10 dicembre all’8 gennaio
Tir: dal 9 gennaio al 7 febbraio
Yekatit: dall’8 febbraio al 9 marzo
Megabit: dal 10 marzo al 7 aprile
Meyazeya: dall’8 aprile all’8 maggio
Genbot: dal 9 maggio al 7 giugno
Senay: dall’8 giugno al 7 luglio
Hamle: dall’8 luglio al 6 agosto
Nehase: dal 7 agosto al 5 settembre
Pagume: dal 6 al 10 settembre.

 

Il ciclo degli anni bisestili

È curioso notare come la denominazione del ciclo quadriennale degli anni bisestili sia associata ai quattro evangelisti: Lucàs è l’anno bisestile, mentre l’anno successivo è chiamato Johannès, e a seguire gli altri sono legati rispettivamente a Mattieuòs e Marcòs prima di ricominciare la sequenza.