Nome e Titolo del Santo del Giorno

San Giosafat Kuncewycz (Giovanni Kuncewycz) - Vescovo e Martire

 

Quando si festeggia San Giosafat Kuncewycz?

La ricorrenza in cui si celebra è il giorno 12 Novembre

Come si determina il Santo del giorno?

 

Onomastico del nome

Giosafat, Giovanni

 

Vita ed opere

Giovanni Kuncewycz nacque nel 1580 in una famiglia altamente benestante, originaria di Volodymyr-Volyns'kyj, nell'attuale Ucraina. I genitori erano ortodossi, e Giovanni si avvicinò alla fede soprattutto grazie alla madre. Dopo aver terminato gli studi, seguì la vocazione prendendo i voti intorno ai vent'anni, presso il monastero di San Basilio.

In brevissimo tempo la sua fama di santità si sparse. Era solito compiere tremendi digiuni, fare penitenza con punizioni corporali, vivere in estrema povertà e donando tutti i suoi averi per aiutare il prossimo. Sembra inoltre fosse dotato di straordinarie capacità comunicative, che portarono alla conversione moltissime persone.

Era un veemente sostenitore della chiesa uniate, ovvero dei cristiani di rito greco fedeli al papato, in contrapposizione con gli ortodossi tradizionalisti. Questo gli provocò inimicizie e una dura persecuzione. Eletto vescovo di Vitebesk (1617) e poco dopo arcivescovo di Polock, il suo ordine di arrestare l'ultimo prete che praticava il rito ortodosso gli costò la vita.

Durante una visita pastorale infatti un gruppo di ortodossi tradizionalisti lo colse di sorpresa, colpendolo a morte con spade e bastoni all'uscita dalla messa. Giosafat Kuncewytz morì il 12 novembre 1623.

Il cadavere fu gettato nel fiume Dvina, e secondo la tradizione fu ritrovato perché emanava una luce miracolosa visibile sotto le acque. Recuperata, la salma fu esposta all'adorazione dei fedeli.
 

Emblema

Bastone pastorale, palma
 

Venerato da

Chiesa cattolica

 

San Giosafat Kuncewycz protettore e patrono

Patrono degli ecumenisti

Patrono dell'Ucraina

 

Martirologio romano

Memoria della passione di san Giosafat (Giovanni) Kuncewicz, vescovo di Polotzk e martire, che spinse con costante zelo il suo gregge all’unità cattolica, coltivò con amorevole devozione il rito bizantino-slavo e, a Vitebsk in Bielorussia, a quel tempo sotto la giurisdizione polacca, crudelmente assalito in un tumulto dalla folla a lui avversa, morì per l’unità della Chiesa e per la verità cattolica.

 

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